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Progettazione della formazione in materia di salute e di sicurezza sul lavoro rivolta agli ospiti dell’Istituto di pena per minori "Cesare Beccaria" che frequentano il laboratorio professionale di falegnameria

Prodotti associati al progetto
  • COMPORTAMENTI SICURI: formazione di salute e sicurezza sul lavoro nel laboratorio di falegnameria

FASE I: ANALISI DEL FABBISOGNO

1) E' stata svolta l'analisi del fabbisogno informativo/formativo dei destinatari?
1a) Se sì, sulla base di quale esigenza o bisogno informativo/formativo è
stato realizzato il materiale?
  • Dettami normativi
Altra esigenza o bisogno informativo/formativo: Il prodotto è stato realizzato per erogare la formazione di base prevista dal D.Lgs. 81/08 e definita dall’ACSR 221/2011.
2) E' stata effettuata l'analisi delle caratteristiche dei destinatari ?
2a) Se sì, con quale strumento?
  • Colloquio
  • Intervista
Altro strumento: Ricerca bibliografica su pedagogia della devianza. Analisi piano formativo Enaip. Analisi della normativa in materia di formazione negli istituti di pena per minori.
3) Sono stati definiti chiaramente gli obiettivi informativi/formativi?
Se sì, quali sono? Il D.Lgs. 81/2008 pone come obiettivo di qualsiasi attività formativa il trasferire “conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi”. Nell'ambito di tale obiettivo generale, comune a ogni intervento formativo, sono stati definiti gli obiettivi specifici correlati all’attività svolta dai giovani detenuti presso la falegnameria, individuando le competenze e le abilità che i ragazzi dovrebbero acquisire a termine del processo formativo. Gli obiettivi specifici di seguito elencati sono stati a loro volta sviluppati con la progettazione esecutiva relativa a ciascuna unità didattica . - Condividere i concetti generali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (pericolo, rischio, danno, infortunio, malattia professionale, prevenzione e protezione); - delineare i diversi profili coinvolti nell’organizzazione aziendale della prevenzione - conoscere il ruolo degli organismi di vigilanza e controllo; - individuare i fattori di rischio correlati all’attività lavorativa, associando le relative misure di prevenzione; - riconoscere le parti pericolose di un attrezzature di lavoro; - conoscere le corrette procedure di lavoro; - utilizzare le attrezzature di lavoro in sicurezza, applicando le corrette procedure di lavoro; - assumere la consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
4) E' stata effettuata l'analisi delle risorse materiali e finanziarie disponibili per la realizzazione del progetto? Sì. Risorse Umane: ASL MIlano - Servizio PSAL: 3 Tecnici della Prevenzione, 1 Assistente Sanitaria, 1 Infermiera Enaip: 4 Educatori; CTP Cavalieri: 1 Educatore; Comune di Milano: 1 Educatore. Risorse materiali: Il servizio PSAL ha messo a disposizione materiale d’ufficio (computer, carta, stampanti), cartelloni, cartellette, DVD masterizzabili. L'IPM Beccaria e l'Enaip hanno messo a disposizione materiali e attrezzature di lavoro tipiche della falegnameria (compensato, colle, vernici, macchine per la lavorazione del legno) e un’aula dotata di computer, impianto audio, proiettore.

FASE II: PROGETTAZIONE e REALIZZAZIONE

5) Quali figure sono state coinvolte nella progettazione?
  • Docenti
  • Formatori
Altre figure coinvolte nella progettazione La progettazione dell’evento formativo è stata effettuata dagli operatori del Servizio PSAL dell’ASL di Milano, con il coinvolgimento degli educatori dell’ENAIP e del Comune di Milano.
6) E' stato definito in fase progettuale un sistema di verifica?
6a) Sistema di verifica definito in fase progettuale
  • Gradimento/Soddisfazione
  • Apprendimento
  • Efficacia/Ricaduta
7) Durata complessiva del progetto 1 anno
8) Numero destinatari 10
9) Quali scelte metodologiche e comunicazionali sono state effettuate in fase di progettazione? Per individuare le metodologie didattiche più appropriate ai destinatari dell’evento, si è fatto riferimento a quanto emerso con l’analisi dei bisogni formativi che, in primo luogo, ha evidenziato la necessità di stimolare il processo d’apprendimento dei discenti attraverso tecniche didattiche attive ed esperienziali. La scelta di preferire tale tipologia di metodologie didattiche è stata supportata dalle considerazioni di seguito elencate. - L’Accordo Conferenza Stato Regioni n. 221/2011 definisce come preferibile un approccio interattivo che garantisca la centralità del lavoratore nel processo d’apprendimento. A tale scopo viene proposto l’utilizzo di esercitazioni, simulazioni e materiali filmici con i quali coinvolgere i discenti. - Molti dei ragazzi sottoposti a procedimento penale hanno alle loro spalle un precoce abbandono scolastico. Questa caratteristica suggerisce la valorizzazione dell’intelligenza pratica dei giovani, allontanandosi dal un modello formativo tradizionale costituito da lezioni teoriche frontali - L’impiego di metodologie esperienziali è auspicabile nel tentativo di stimolare la percezione del rischio di questi ragazzi che, secondo quanto appreso dalla ricerca bibliografica effettuata in fase di analisi dei bisogni, consente loro di apprezzare gli effetti dannosi di un’azione pericolosa solo sperimentandoli personalmente. - Il protocollo d’intesa sottoscritto nell’ottobre 2012 tra Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Ministero della Giustizia pone l’attenzione sulla scelta delle metodologie didattiche, stabilendo la necessità di “favorire la predisposizione di percorsi didattici attivi e motivanti, fondati sui bisogni dei detenuti e finalizzati ad orientare gli stessi ad un progetto di vita futuro[…]in conformità con le norme della convivenza civile, i valori e i principi della Costituzione italiana”. Sulla base di quanto sinora illustrato, il percorso formativo è stato sviluppato prevedendo per ciascuna unità didattica una o più esercitazioni mirate a coinvolgere i ragazzi e a ottenere da loro un feedback, diversi spezzoni filmici utili a stimolare il confronto e a fissare i concetti appresi, elaborati grafici utilizzati per semplificare concetti complessi (ad esempio pericolo, rischio, danno). Particolare attenzione è stata posta nella scelta delle metodologie didattiche e comunicative da attuare per affrontare le responsabilità delle diverse figure aziendali e per presentare i compiti dell’organo di vigilanza. Di seguito sono descritte le strategie individuate. - Le diverse figure della prevenzione aziendale sono state associate ai personaggi del cartone animato “The Simpson”, così da attirare l’attenzione dei ragazzi facilitandone i processi mnemonici - Nell’affrontare l’organigramma della prevenzione aziendale, il rischio era quello di proporre uno sterile elenco di figure e obblighi, che non avrebbe sensibilizzato i ragazzi verso i loro doveri e le loro responsabilità all’interno del laboratorio. Si è deciso di trattare in modo approfondito i ruoli del datore di lavoro e del lavoratore, introducendo l’argomento con la proiezione di un video autoprodotto. Sullo stile della trasmissione televisiva Le iene è stata realizzata un’intervista doppia con cui sono stati messi a confronto il ruolo e i compiti di datore di lavoro e lavoratori. - Il tema degli organi di vigilanza si è dimostrato delicato per due differenti ragioni: 1) l’elevato numero di enti coinvolti avrebbe potuto portare a produrre un lungo elenco di istituti, poco utile ai fini dell’apprendimento; 2)parlare di organo di controllo con minori autori di reato, che hanno alle spalle una storia di trasgressione alla norma, avrebbe potuto far insorger in loro un sentimento di rifiuto per l’intero percorso formativo. Per ovviare a tali difficoltà, si è deciso di focalizzare l’attenzione sul ruolo dell’ASL, presentando i compiti istituzionali dell’ente attraverso filmati autoprodotti. In primo luogo, viene mostrato un video in cui il direttore del Servizio PSAL dell’ASL di Milano, Dott.ssa Susanna Cantoni, inquadra le diverse funzioni che il Servizio è chiamato a svolgere, presentando gli ambiti d’intervento in cui lo stesso è impegnato. Dopo questa prima introduzione generale, è stato necessario mostrare concretamente in cosa consiste l’attività quotidiana degli operatori nelle diverse unità operative. A tale scopo il video mostra l’attività di vigilanza svolta presso un cantiere di rimozione amianto, le azioni intraprese in caso di infortunio e le attività svolte in caso di denuncia di malattia professionale. Ciò che ha portato alla produzione di tali video, è stata la necessità di mostrare l’attività del servizio e le persone da cui esso è costituito, così da allontanare dai ragazzi l’idea di un ente repressivo e poco attento alle necessità dei lavoratori. L’obiettivo era far emergere in modo chiaro che l’attività delle ASL non è mirata all’emissione di provvedimenti sanzionatori, ma alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Contestualmente alla scelta delle metodologie didattiche da attuare per ciascuno dei contenuti del corso, è stato necessario riflettere su come strutturare l’evento formativo, progettandone la periodizzazione. Una delle problematiche segnalate in fase di analisi dei bisogni era riferita al rapido avvicendarsi dei ragazzi che frequentano la falegnameria, che spesso porta a non concludere i percorsi formativi intrapresi. Per ovviare a tale difficoltà, si è deciso di strutturare il corso in più unità didattiche, così da garantire anche ai ragazzi con tempi di permanenza brevi all’interno dell’IPM, un “percorso significativo e certificabile”, come auspicato dalle linee guida ministeriali per il sistema di formazione e lavoro rivolto a minorenni e giovani sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria penale. Ognuna delle unità didattiche presentate ha durata di circa due ore. Come setting formativo è stata individuata un’aula dotata di computer e proiettore, riservando l’uso della falegnameria ad alcune prove pratiche da effettuare a seguito della formazione sulle attrezzature di lavoro. Il laboratorio, sede delle normali attività, non è stato ritenuto idoneo quale setting formativo poiché fonte di numerosi spunti di distrazione.
10) E' stata prevista una sperimentazione del prodotto?
10a) Eventuale sperimentazione del prodotto La prima edizione del corso “comportamenti sicuri”, ha permesso di sperimentare il prodotto realizzato, così da individuarne limiti e punti di forza. Per quanto concerne la scelta delle metodologie didattiche e la realizzazione dei materiali, i feedback forniti dai ragazzi e dagli educatori dell’istituto sono stati nel complesso positivi, premiando la scelta di individuare, quando possibile, metodologie didattiche di tipo attivo. La riflessione interna al gruppo di lavoro ha comunque evidenziato la necessità di rivedere e implementare alcune scelte progettuali, arrivando a realizzare il prodotto finale presentato nell’ambito della Rassegna Inform@zione.
11) E' stata prevista la possibilità di apportare modifiche sulla base
dei risultati emersi nella fase di valutazione?
12) E' stata prevista la possibilità di estendere l'utilizzo del prodotto in altre realtà lavorative?

FASE III: VALUTAZIONE

13) Sono state effettuate le valutazioni previste in fase di progettazione?
Gradimento/soddisfazione?
Con quale strumento?
Altro stumento La valutazione di gradimento, così come prevista in fase di progettazione, è stata solo in parte attuata. Ad oggi, infatti, non è stato possibile somministrare i questionari elaborati allo scopo. I feedback ricevuti dai ragazzi nel corso degli incontri hanno comunque consentito di definire il livello di gradimento del prodotto.
Con quali eventuali indicatori? Sono stati considerati come indicatori di gradimento l’attenzione prestata nei confronti dei temi affrontati e la disponibilità al coinvolgimento e al mettersi in gioco.
Con quali risultati? Con risultati positivi, che evidenziano un generale gradimento per il percorso intrapreso.
Apprendimento?
Con quale strumento?
Altro stumento La valutazione dell'apprendimento, così come prevista in fase di progettazione, è stata attuata solo in parte. Di seguito vengono descritti gli strumenti individuati. Test: Le Linee guida per il sistema di formazione e lavoro rivolto a minorenni e giovani sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria penale (elaborate dal Dipartimento di Giustizia Minorile) sottolineano l’importanza del sistema valutativo come strumento indispensabile per la certificazione delle conoscenze e delle competenze acquisite. Pertanto, per rispondere alla necessità di una valutazione chiara e trasparente, per ciascuna unità didattica riferita alle attrezzature di lavoro, sono stati elaborati dei test (a risposta multipla o vero/falso) relativi al loro utilizzo in sicurezza (in fase di attuazione) . Esercitazioni: Per quanto concerne la parte di formazione generale, la valutazione dell’apprendimento è stata effettuata mediante le esercitazioni proposte nel corso dei diversi incontri formativi (attuato). Gioco formativo: Le sopracitate linee guida del Ministero della Giustizia individuano come preferibili le valutazioni di tipo oggettivo. Al contempo, però, propongono l’impiego di valutazioni interdisciplinari, “effettuate mediante prove che, mobilitando le risorse e le conoscenze degli individui, pongano l’accento sulla capacità di realizzare un prodotto concreto”. Nel tentativo di far coesistere i differenti approcci proposti, parallelamente all’utilizzo dei test sulle attrezzature di lavoro, si è deciso di attuare un processo valutativo sperimentale ed innovativo che, per la verifica delle conoscenze e delle competenze acquisite, facesse leva sulla sfera ludica. A tale scopo e nel tentativo di coinvolgere i discenti nella realizzazione di un prodotto tangibile, è stata messa in moto la realizzazione di un gioco da tavolo sviluppato sui temi di sicurezza sul lavoro. L’iter valutativo sarà costituito da due differenti fasi: durante la realizzazione, sarà possibile osservare i comportamenti tenuti in laboratorio, così da definire se le attrezzature di lavoro vengono utilizzate secondo le procedure apprese nel corso dell’evento formativo. Successivamente, i ragazzi potranno utilizzare il gioco da loro creato e saranno chiamati a misurarsi con prove e domande relative alla prevenzione dei rischi professionali. L’obiettivo di un iter valutativo così strutturato è far emergere le abilità pratiche e le conoscenze acquisite, utilizzando un’attività ludica e ricreativa che non porti i discenti a sentirsi esaminati o sotto osservazione (in fase d’attuazione).
Con quali eventuali indicatori? Test: numero risposte corrette. Esercitazioni: numero risposte corrette. Utilizzo del gioco formativo: Numero risposte corrette. La dimensione valutativa (e formativa) di questa fase del processo è garantita dalla presenza costante degli educatori che, nel condurre le attività, avranno la possibilità di valutare, commentare e correggere le risposte fornite.
Con quali risultati? Esercitazioni: per quanto concerne la formazione generale è possibile affermare che i ragazzi abbiano appreso i concetti loro proposti. Test (formazione specifica sulle attrezzature di lavoro): in fase d’attuazione. Utilizzo del gioco formativo: da attuare.
Efficacia/Ricaduta?
Con quale strumento?
Altro stumento Realizzazione di un gioco formativo.
Con quali eventuali indicatori? La dimensione valutativa (e formativa) di questa fase del processo è garantita dalla presenza costante degli educatori che, nel condurre le attività, avranno la possibilità di osservare i ragazzi e verificare il corretto utilizzo dei DPI e delle attrezzature di lavoro.
Con quali risultati? In fase d’attuazione
14) Le attività realizzate sono state conformi a quelle progettate?
15) Le risorse materiali e finanziarie sono state sufficienti?
 
 

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